Razionale Scientifico
Molti sono stati i progressi recenti nella classificazione nosografica, nelle conoscenze biologiche, nel trattamento quanto più possibile “targettato” dei linfomi aggressivi. Tuttavia, sono parecchi gli aspetti ancora controversi La revisione del 2016 della WHO ha formalizzato l’eterogeneità istologica e molecolare dei linfomi diffusi a grandi cellule B, (DLBCL) ma ha lasciato ancora sub judice alcune entità anatomo-cliniche definite “provvisorie” di incerto approccio terapeutico. Nel linfoma mantellare sono ancora in via di definizione le varianti istologiche e le relative aberrazioni genetiche, per le quali le terapie note possono non essere quelle ottimali. La “cell of origin (COO)” è stata ormai codificata nell’ambito dei DLBCL, con la identificazione delle forme GCB e delle forme ABC, ma le specifiche indicazioni per il trattamento secondo una medicina di precisione sono sono ancora poco chiare. Inoltre, il riarrangiamento del c-MYC, insieme alla frequente associazione con traslocazioni di Bcl-2, e, in misura meno frequente, di Bcl-6, ha portato alla categorizzazione dei linfomi “double or triple hit”, che si accompagnano ad una modesta risposta ai trattamenti convenzionali e quindi necessitano di terapie alternative. Infine, il ruolo della terapia con i CAR-T nei DLBCL è in fase di rapida definizione con il veloce incremento delle esperienze e delle casistiche nazionali ed internazionali, ma presenta tuttora parecchi punti oscuri in termini di tossicità a breve e a medio termine e in termini di esigenze organizzative